Diamante mandarino: allevamento, cure e riproduzione.

Gruppo diamanti mandarini

Il diamante mandarino un gioiello in allevamento

Il diamante mandarino ha tutto per piacere bello e robusto, perfetto per un allevatore dilettante, ma interessa anche lo specialista. Ecco un piccolo ritratto di uno degli uccelli domestici più diffusi ed allevati al mondo.

Facile da accudire, prolifico e robusto, con numerose mutazioni di colore che lo propongono in mille colori diversi, il diamante mandarino è una delle specie domestiche di uccelli più diffuse ed amate dagli ornitofili.

Non gli manca nulla per sedurre, allo stesso tempo, l’amatore e l’allevatore specialista.

In Natura

Il diamante mandarino è originario dell’Australia dove è molto diffuso; è assente solo in una stretta linea costiera a sud di Perth, nella zona di Adelaide e nel nord del paese nelle zone ricoperte da foreste umide.

Vive in branchi erratici confuso con altre specie di diamanti, trascorrendo gran parte della giornata al suolo, alla ricerca di semi e di insetti.

Il suo habitat sono le grandi pianure erbose con bassi cespugli, ma è comune anche nelle zone coltivate, in particolare nei vigneti, nei parchi e giardini delle città.

Nidifica a poca distanza dal suolo preferendo le biforcazioni dei rami, sia di alberi che dì cespugli o piante di vite; a volte si impossessa delle tane abbandonate dai conigli o dei termitai.

coppia

Le coppie si formano nel periodo della nidificazione ed ognuna occupa un proprio territorio ben delimitato, nel quale costruisce un nido rotondo con struttura a cupola, utilizzando erbe, piume e rametti.

La femmina depone da due a otto uova di colore bianco, che cova per circa tredici giorni, sostituita in caso di bisogno dal maschio.

I nidiacei, che alla nascita hanno il becco scuro, sono accuditi da entrambi i genitori ed abbandonano il nido a circa tre settimane di età, divenendo però indipendenti solo dopo quarantacinque giorni, quando il becco si colora di rosso.

Il diamante mandarino si nutre in particolare di semi secchi e immaturi di erbe selvatiche, germogli, frutta, larve e piccoli insetti, questi ultimi in particolare nel periodo riproduttivo.

Il canto è piacevole, somigliante al suono di una trombetta.

Descrizione e colori del diamante mandarino

La specie presenta un vistoso e caratteristico dimorfismo sessuale. Il maschio presenta pileo e nuca di colore grigio cenere, dorso grigio con sfumature brune le guance sono di colore arancio bordate di nero, dalla gola fino a tutto il petto sono presenti delle zebrature nere su fondo grigio chiaro che terminano con un ampia barra nera, che divide il petto dall’addome crema.

diamante mandarino

I fianchi sono castani punteggiati di bianco e la coda presenta un caratteristico disegno a riquadri bianchi e neri. Il becco è rosso corallo e le zampe arancio-rosso.

La femmina, che ha un colore di fondo più smorto, non presenta guance, fianchi, zebrature e barra pettorale; becco e zampe sono di colore più chiaro.

La domesticazione

Le prime importazioni di diamanti mandarino sarebbero avvenute in Inghilterra nel decennio 1840-50; negli anni successivi il diamante mandarino si impose all’attenzione degli ornitofili per la facilità di adattamento, riproducendosi senza difficoltà negli aviari.

con penna nel becco per il nido

La prima mutazione di colore comparve in Australia nel 1921; si trattava di soggetti completamente bianchi. Da allora le varie ed affascinanti mutazioni di colore attualmente presenti (oltre una cinquantina, senza contare le combinazioni di varietà) si sono succedute una dietro l’altra, selezionate in particolare dagli ornitofili belgi ed olandesi.

Da sessantanni non vengono più prelevati soggetti in natura e gli esemplari attualmente presenti in Europa sono totalmente differenti, non solo per il colore, ma anche per forma e taglia, da quelli selvatici.

In gabbia ed in voliera

Il diamante mandarino può essere alloggiato ed allevato indifferentemente sia in gabbia che in voliera.

La riproduzione in colonia nelle voliere è certamente più facile, poco impegnativa e più naturale, ma da scartare se ci si propone l’allevamento selettivo di una delle tanta varietà della specie.

Infatti, vista la particolare struttura comportamentale, qualora si volesse in voliera allevare selettivamente dovrebbero essere utilizzati numerosi accorgimenti, andrebbero infatti immesse nell’aviario solo coppie e mai soggetti singoli, destinanti inevitabilmente all’isolamento.

In caso di morte di uno dei partner sarebbe molto difficile rimpiazzarlo, poiché il nuovo ‘sposo’ dovrebbe possedere precisi requisiti cromatici e comportamentali, senza i quali non sarebbe accettato.

su abete

L’allevamento in gabbia è indubbiamente più facile per l’allevatore e senza problemi per il diamante mandarino; la gabbia, che può essere del tipo aperto da tutti i lati, o con cinque lati chiusi ed il frontale in rete (detta “all’inglese”), deve essere lunga almeno 60 cm. e profonda 30.

Il diamante mandarino può riprodursi agevolmente anche in gabbie più piccole, ma il benessere dell’animale, e quindi la necessità di spazi adeguati di vita, va sempre posto in primo piano.

Grazie all’adattamento ed alla rusticità che dimostra, la specie può essere alloggiata sia all’interno di un appartamento che in strutture all’aperto, avendo l’accortezza, in quest’ultimo caso, di allestire adeguati ripari per l’inverno.

E’ importante che il clima dell’allevamento non sia comunque troppo secco perché il diamante mandarino necessita, in particolare nel periodo riproduttivo, di un certo grado di umidità. In caso di clima secco l’animale provvede ad aumentare l’umidità del nido depositando intorno alle uova la verdura fresca somministrata quale alimento!

Alimentazione e dieta

Molto, importante è ricordare che il tipo di alimentazione è sempre influenzato dalle condizioni climatiche ed ambientali (dalla temperatura, dall’umidità, dalla presenza di luce, etc.) e quindi,va modificato a seconda delle diverse situazioni. Questa è una regola valida, sempre e comunque, per tutte le specie domestiche di uccelli.

L’alimentazione del diamante mandarino non pone particolari problemi, ma occorre ricordare che nei diversi periodi dell’anno gli uccelli hanno differenti esigenze fisiologiche e diverso è il metabolismo, per cui l’apporto di carboidrati, proteine, grassi, oligo elementi, aminoacidi, deve essere variato.

L’alimento principale è la miscela di semi, nella quale deve esserci una prevalenza (circa il 60% di panico.

Il misto va completato con scagliola e miglio bianco ugualmente molto graditi, e da piccole quantità di niger, ravizzone, semi di cicoria e lattuga.

in gabbia

Molto gradito è il panico in spighe sia secco che germinato, così come il pastone di allevamento, del tipo cosiddetto ‘morbido’. il diamante mandarino appetisce anche le verdure; tra le selvatiche in particolare il centocchio e la borsa di pastore e tra le coltivate la lattuga, mentre è meno appetita, forse per il sapore amarognolo, la cicoria.

Possono essere somministrati con successo anche cetriolo e zucchina, sia tagliati a rotelle che verticalmente.

Sempre presenti devono essere il grit e Posso di seppia.

La riproduzione

Malgrado il. diamante mandarino possa riprodursi in qualsiasi periodo dell’anno, è preferibile la riproduzione nel periodo primaverile, da marzo fino a luglio.

Per nido viene utilizzato sia il nido in vimini a forma di pera sia la cassetta nido, interna od esterna alla gabbia, in legno o in materiale plastico.

Il primo ha il vantaggio di essere molto simile al nido costruito in libertà dalla specie, ma con lo svantaggio non indifferente di una cattiva manutenzione.

Il secondo tipo invece, la cassetta nido, è sicuramente meno naturale ma permette una facile manutenzione ed una cova indisturbata.

imbeccata nel nido
Imbeccata nel nido – foto tratta da flickr

Come materiale per il riempimento del nido il diamante mandarino utilizza tutto ciò che viene messo a disposizione: sfilacci di juta, crine, fibra di cocco, fieno, tutto va bene, mentre è sconsigliabile il cotone idrofilo perché non permette una corretta aerazione del nido è può rimanere impigliato alle unghie dei soggetti.

Prima dell’accoppiamento il maschio esegue una caratteristica danza di corteggiamento accompagnata da un canto sommesso. Da recenti studi presso l’Università di Berlino è stato riconosciuto in tale fase un ruolo attivo anche alla femmina.

La femmina depone 4-8 uova di colore bianco, che cova per circa tredici giorni, coadiuvata dal maschio.

Alla nascita i piccoli hanno il becco di colore nero-grigio, bruno o bianco, a seconda della varietà di colore, con un caratteristico disegno del palato che funge da segnale di riconoscimento della specie e che permette l’imbeccata da parte dei genitori.

Tale disegno, detto pattern buccole, permane fino al momento in cui i piccoli divengono indipendenti dai genitori ed è il motivo principale per cui il diamante mandarino non è considerano una buona balia per altre specie esotiche, in cui il disegno buccale è diverso o assente.

I giovani lasciano il nido dopo circa tre settimane dalla nascita ma raggiungono la maturità solo verso i quaranta giorni di età, quando il becco assume un colore rosso, da tale momento non vengono più riconosciuti dai genitori come figli, ma quali estranei e pertanto vengono allontanati, a volte anche con violenza.

Un uccello robusto

Il diamante mandarino non è certo una specie fragile, anzi si mostra poco sensibile alle malattie, al contrario di canarini e pappagalli ondulati.

Il maggiore rischio per il piccolo uccello esotico è la possibilità di ferirsi. Animale attento e curioso, può infatti fuggire dalla gabbia e trovarsi in situazioni non facili.

Il diamante mandarino è un animale simpatico, anticonformista, indiscreto ed allegro che coinvolge totalmente ed inevitabilmente nella sua vita l’uomo che ha la fortuna di viverci insieme.

Se è possibile affermare che esiste un’idea moderna, dinamica, nuova e fuori dagli schemi dell’ornitofilia chi meglio del diamante mandarino potrebbe incarnarla?

Note

questo piccolo uccello con pazienza può essere abituato a vivere all’aperto entrando ed uscendo liberamente dalla sua gabbia. In voliera bisogna stare attenti alla consanguineità che può dare luogo a tare genetiche.

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